La sostenibilità dell'Imballaggio - Packaging Sustainability 


"La sostenibilità? Un viaggio, più che una destinazione"
di Giulio Ghisolfi

Usi, abusi e furbizie di prodotti, aziende e guru che utilizzano questo ‘termine senza un termine’, indefinibile e sfuggente.

Sono ormai parecchi anni che mi occupo d’imballaggi in qualità di sviluppatore e sempre
più frequentemente i miei interlocutori, più o meno preparati,mi chiedono: “Qual è la confezione/l’imballaggio più eco-sostenibile?”
Prima di rispondere frettolosamente ed addentrarmi nella fitta foresta della “sostenibilità”,
ritengo che sia cosa utile e logica riflettere e comprendere meglio perché ti vengono poste certe domande e soprattutto cosa rispondere.
Per cercare di dare una risposta puntuale e comprensibile, ho ritenuto opportuno approfondire l’argomento cercando di capire come, quando e perché è iniziata questa nuova “tendenza” e cosa comporterà al settore di cui mi occupo e cioè l’imballaggio.
Dunque, da che parte iniziamo?
Per esperienza personale e professionale, la cosa migliore è sempre quella di partire dalla definizione di un concetto!
Innanzitutto, come si può definire la sostenibilità?

Tre diverse versioni

La definizione è alquanto complessa e non priva del rischio di creare confusione.
Se prendiamo la prima definizione ufficiale introdotta nel 1987 dalla Brundtland Commission
(vedi WCED), essa riporta che “un prodotto sostenibile è lo sviluppo e l’utilizzo di un prodotto che non compromette la capacità delle future generazioni di soddisfare le loro esigenze e bisogni.
Ciò coinvolge fattori economici, sociali ed ambientali che debbono influenzare le decisioni e le attività future delle aziende produttrici/utilizzatrici.”
Nel 2006 la Comunità Europea ha introdotto una spiegazione più utile e semplificata che si basa su tre pilastri:
1 - La difesa del pianeta e la protezione ambientale, intese coma la promozione e la salvaguardia della vita in tutte le sue diversità sulla terra, la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento ambientale in tutte le sue forme, il consumo sostenibile delle risorse naturali.
2 - La popolazione e la sua coesione sociale
3 - Il profitto e la prosperità economica, intesi come la promozione di soluzioni innovative
e rispettose dell’ambiente che possano garantire un elevato standard di vita e di occupazione alla popolazione.
La definizione che personalmente preferisco è quella data da Jane Bickerstaffe, direttore
dell’INCPEN: “La vera sostenibilità si ottiene quando si riesce a bilanciare in modo ottimale l’utilizzo della materia prima, dell’energia e dell‘acqua per recapitare nel modo più sicuro e conveniente possibile il prodotto confezionato al punto finale di consumo”.

Un percorso verso mete multiple

Si può quindi definire sinteticamente la sostenibilità come lo sviluppo di un prodotto che riesca a coniugare e bilanciare nel tempo l’ambiente, il progresso sociale e l’attività economica.
La sostenibilità è quindi un viaggio, non una destinazione!!!
Da questo importante punto di partenza, si può quindi evincere che definire la sostenibilità è difficile: è quasi indefinibile, perché può contenere tante valenze e aspetti che dipendono dal punto di vista di chi vuole o ha interesse a definirla.
Anche nell’uso comune, soprattutto quando si parla di sostenibilità dell’imballaggio, si sentono usare spesso termini come “riciclare, recuperare, rinnovare, ridurre, riutilizzare” (le famose 5 “R”) o nuovi termini “bio” come le bioplastiche, le bioresine e/o i materiali biodegradabili che creano ancora ulteriore confusione e complessità.
A questo punto c’è da capire come un concetto così fluttuante e indefinibile possa diventare un presupposto così determinante nella scelta e nello sviluppo industriale di nuovi prodotti.
Qui la questione si complica ulteriormente e sinceramente anch’io ho grosse difficoltà non solo a comprendere tutto quello che sta accadendo al riguardo e le varie proposte che vengono fatte per raggiungere lo scopo, ma anche e soprattutto faccio fatica a capire come si sia stato possibile introdurlo ed espanderlo così rapidamente e globalmente.
Nelle puntate successive cercherò di spiegare come, industrialmente parlando, si possono dipanare tutti gli argomenti sopraelencati, relativamente all’imballaggio, e dar loro concretezza.

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